MURER AUGUSTO
Lo scultore Augusto Murer (Falcade 1922 – Padova 1985) rappresenta l'arte scultorea delle Dolomiti. Il Maestro rimane indissolubilmente legato alla città natia con il suo laboratorio ora museo e spazio espositivo.
Gli inizi dal punto di vista artistico sono a Ortisei sotto la direzione del Maestro Li Rosi. Però è con Arturo Martini che la sua poetica prende vita. E’ stato un rapporto breve, racchiuso nel volgere dell'autunno 1943, fino a quando il maestro e l'allievo dovettero abbandonare Venezia per seguire strade indicate da opposte ideologie. Per Murer questa parentesi è fondamentale per lo sviluppo del proprio linguaggio e per l'affinamento di una visione estetica fino ad allora basata su un atteggiamento spontaneo. Più tardi dirà che Martini gli tolse le "cateratte dagli occhi" e gli fece capire la differenza fra il bello ed il brutto (Franco Basile).
La fine della guerra segna un momento di rinascita e di fermento per tutta l'arte italiana e Murer vi partecipa con l'entusiasmo e la vitalità che sempre lo hanno contraddistinto. Inizia la sua attività di scultore nel 1945. Sono anni difficili per tutti ma particolarmente per Murer; le ristrettezze economiche lo sollecitano a far sculture con materia più ovvia per quei luoghi e per quei tempi: "il legno dei boschi non costava molto", dirà più tardi.
Restano di quel primo periodo numerose testimonianze, soprattutto in terra Veneta si ricordano: il portale e la Via Crucis della chiesa di Falcade (1946), la Pietà del monumento-ossario di Belluno (1949), la Preghiera dei montanari, commissionato dall'Ente del Turismo di Belluno e donato al Pontefice (1952).
Ma è soltanto nel 1953 che Murer, trentunenne, affronta alla Galleria Cairola di Milano (sede degli artisti di Corrente) il primo vero ed impegnativo impatto con un pubblico di alto livello "Nazionale", sostenuto da Orio Vergani, che firma la presentazione in catalogo, e da Renato Birolli, che vi aggiunge una propria testimonianza critica. La mostra milanese e le costanti presenze al Premio Suzzara permettono a Murer di entrare nel cosiddetto "giro nazionale" e di inviare alcune sue opere a rassegne internazionali.
Il consolidamento economico del Paese e la diffusione della cultura e dell'informazione, sul finire degli anni Cinquanta, costituiscono la base per il successivo sviluppo della conoscenza artistica e dell'interesse, da parte del potere pubblico e dei privati, per le manifestazioni d'arte e per un collezionismo diffuso. E uno scultore come Murer, che "ha costruito il suo racconto con gli elementi di una vita vissuta in profondità" e il cui "viaggio dalla surrealtà dei sogni alla realtà delle opere" s'è compiuto "sempre per la via sicura dell'esperienza sofferta" (Marchiori), non poteva non essere immediatamente riconosciuto come artista popolare e divenire uno degli scultori più amati. In quarant'anni di lavoro creativo ed in trent'anni di presenza costante nel mondo artistico e culturale italiano ed internazionale gli appuntamenti e i successi non si contano; anche perchè Murer ha sempre privilegiato la dimensione pubblica del lavoro artistico. Ne fanno fede i numerosi monumenti che appuntano la sua attività, segnandone altrettante tappe fondamentali.
Murer aveva voluto che il suo Studio costruito in mezzo ai boschi delle montagne Agordine, diventasse un Museo, centro di arte e di cultura che conserva i suoi bassorilievi, le sue opere scolpite nel legno e quelle fuse in bronzo. Realizzato nel 1972 dall'Architetto Giuseppe Davanzo di Treviso, presenta una struttura verticale in cemento, che sfida la verticalità degli alberi circostanti. E' stato pensato come "un ritorno alla montagna", "un immergersi nella natura".E' qui che lo scultore ha disposto all'aperto, assieme ai tronchi in attesa, le sue sculture più grandi; all'interno i legni, i bronzetti e in genere le opere in lavorazione.

Augusto Murer Ballerina 1983

Augusto Murer Adolescente 1960

Augusto Murer Cristo 1963 Duomo Montebelluna

Augusto Murer La Pietà 1949 Ossario di Belluno
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