TANCREDI PARMEGGIANI
Tancredi Pameggiani pittore afferma: “tutto quanto è forma è arte, tutto quanto è arte è forma” e “la mia personalità è un fatto puramente accidentale”. L’opera di Tancredi rivendica la propria ineludibile centralità, esigendo e sollecitando sempre nuovi contributi ermeneutici.
Tancredi Parmeggiani nasce a Feltre il 25 settembre 1927. Tra il 1943 e il ’45 dopo aver interrotto gli studi classici presso il liceo di Belluno e aver preso lezioni di disegno dal pittore Romano Conversano frequenta con irregolarità il liceo artistico di Venezia. A questi anni risalgono numerosi disegni e le prime prove pittoriche rimasteci: hanno elementi di richiamo all’espressionismo stile Van Gogh, all’eleganza lineare stile Mondrian, alla fluidità di forme stile Gino Rossi e al periodo ingriste stile Pablo Picasso. Negli anni successivi Tancredi frequenta all’Accademia di Venezia i corsi della Scuola di Nudo tenuti da Armando Pizzinato.
Negli ambienti artistici veneziani conosce Guido Cadorin, Filippo De Pisis, Virgilio Guidi e Emilio Vedova conosciuto a Belluno durante la guerra. A una fase iniziale di matrice post-cubista si rivolge a forme di pura astrazione geometrica.
Dopo la sua prima mostra personale nel maggio 1949 presso la Galleria Sandi di Venezia con la presentazione di Virgilio Guidi, Tancredi si trasferisce a Roma dove entra in contatto con Piero Dorazio, Achille Perilli, Guerrini e il gruppo dell’Age d’Or. Lavori a tempera e a pastello su carta sono opere del periodo.
Dopo essere ritornato a Venezia, Tancredi consolida i caratteri essenzialmente formali della propria pittura prendendo parte assieme a Virgilio Guidi, Mario Deluigi e Edmondo Bacci a quello che si potrebbe definire una spregiudicata rimeditazione del neoplasticismo di Mondrian, dal quale elabora l’originale teoria del punto circondato dal vuoto inteso sia come nucleo e fulcro di molteplici coordinate spaziali, sia come immediata metafora dell’estensione della soggettività contemporanea. Nel frattempo conosce, tramite il pittore statunitense Bill Congdon, Peggy Gugghenheim che gli fornisce di uno studio acquistando anche delle opere. Si avvicina all’aera della Galleria del Cavallino di Carlo Cardazzo e aderisce al movimento spazialista di Lucio Fontana, firmando nel 1952 il Manifesto del Movimento Spaziale per la Televisione.
La sua pittura s'arricchisce di nuove e fresche configurazioni caratterizzate dapprima da un più acceso cromatismo a cui si accompagna un’accentuata vibrazione del segno e quindi dell’emergenza di aree coloratissime a tramature liberamente costruttive e di originale ascendenza neoplastica con affinità Pollock e l'Action Painting americana.
Espone nel 1952 alla Galleria del Cavallino di Venezia. Nel 1953 è presente anche alla Galleria del Naviglio a Milano con presentazione di Peggy Guggenheim e Virgilio Guidi. E’ anche invitato alla mostra Italia-Francia a Torino, dove espone nella sala accanto a Hans Hartung. Nel 1954 partecipa a Tendances Actuelles con Pollock, Wols, Mathieu alla Kunsthalle Bern.
Il 1955 inizia con la definitiva separazione da Peggy Guggenheim e termina con la partenza per Parigi, dove espone in una collettiva alla Galerie Stadler. A Parigi conosce Dubuffet, Asger Jorn, Karel Appel. Negli anni seguenti espone alla Saidenberg Gallery di New York, all'Hannover Gallery di Londra, alla Galleria Selecta di Roma e partecipa al Carniege International di Pittsburgh. Nel 1958 si sposa con la pittrice norvegese Tove Dietrichson. Nel 1959 espone alla Galleria dell'Ariete, ritorna a Parigi dove a dicembre nasce la figlia Elisabetta. Nella primavera del 1960 ritorna a Milano dove collabora stabilmente con la Galleria dell'Ariete. In quest'anno viaggia in Norvegia ed espone alla mostra Anti-Procès presso la Galleria del Canale di Venezia.
Nel 1962, dopo un viaggio in Svezia, espone alla Galleria veneziana del Canale e alla Galleria Levi di Milano, inoltre riceve il Premio Marzotto a Valdagno. Alla fine dell'anno ha una crisi nervosa che lo porta ad essere presso Villa Tigli di Monza con diagnosi di schizofrenia paranoide. Soggiorna brevemente a Roma nel 1963 e poco dopo la nascita del figlio Alessandro, ritorna a Venezia dalla sorella dove avrà un nuovo ricovero in ospedale. Nel 1964 espone alla Biennale di Venezia e dopo un breve viaggio in Svezia con la moglie, ritorna nuovamente a Roma dal fratello.
All'alba del 27 settembre 1964 muore suicida a Roma gettandosi nel Tevere.
Ultime mostre organizzate: nel 2005 presso il Palazzo delle Contesse di Mel e nel 2011 a Feltre, sua città natale, presso la Galleria d’Arte Moderna Carlo Rizzarda, "Tancredi Feltre" dal 09/04 al 28/08/2011.
Nel 2011 fino al 23/12 la mostra “Tancredi – Natura e Spazio. Opere dal 1955 al 1957” a Milano presso la galleria Matteo Lampertico. E’ ricostruita l’esposizione a New York presso la Saidenberg Gallery, riproponendone il nucleo originale di opere. Un’apertura internazionale anche nello stile pittorico, incentrato su una sempre più evidente frammentazione del segno e su un cromatismo lucente, elemento trascinante nelle tele. L’energia del tratto, abbinandosi alle vibrazioni luminose, crea una nuova armonia. Che corrisponde a uno dei periodi più felici della produzione di Tancredi.

Tancredi Parmeggiani Senza titolo 1955

Tancredi Parmeggiani Senza titolo_ A proposito della laguna 2 1958_59

Tancredi Parmeggiani

Tancredi Parmeggiani Composizione 1955 olio e tempera su tela cm129X195 Collezione Guggenheim

Tancredi Parmeggiani Senza titolo 1952 tempera su carta incollata su tela cm 71 x 101

Tancredi Senza titolo (Marina Veneziana) 1957 olio su tela cm48x42

Tancredi Parmeggiani Pastello guazzo e grafite su carta cm70X99 Peggy Guggenheim Venezia

Tancredi Parmeggiani Composizione 1957 tempera su tela cm130X169 Peggy Guggenheim Venezia
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